Dall'insieme dei risultati è emerso che l'ampiezza della rete dei bambini italiani era quantitativamente maggiore dei partecipanti cubani. Può sembrare paradossale, tenuto conto dell'orientamento collettivistico della società cubana e di quello individualistico della società italiana.
La contraddizione ,tuttavia, è solo apparente ,poiché l'ampiezza della rete dei bambini italiani è risultata maggiore a causa della presenza di numerose figure di tipo tecnico (assistenti sociali ,educatori ,logopedisti ),esterne al reale contesto relazionale ed affettivo dei partecipanti .
E' opportuno chiarire che ciò che garantisce la qualità di una rete sociale e la sua efficacia come strumento di supporto relazionale per un bambino non è solo la quantità dei suoi componenti , ma soprattutto la frequenza dei contatti con essi e il ruolo esercitato da ciascun componente.
E' emerso infatti che le madri cubane percepivano soggettivamente di avere maggiori risorse per gestire la relazione , rispetto alle madri italiane.
Questa differenza è coerente con il fatto che i genitori italiani si rivolgono con maggiore frequenza a figure di tecnici extra-familiari a cui affidano in parte la gestione del loro figlio.
Questa ricerca ha confermato un dato già noto in letteratura relativo all'influenza negativa esercitata dai DSA sui processi cognitivi e affettivi di base, indipendentemente dalla cultura.
Rimane ,però, un interrogativo importante: la minore prevalenza di DSA a Cuba rispetto all'Italia;
si potrebbe rispondere a questo quesito argomentando che ciò potrebbe dipendere dalla minore visibilità dei soggetti portatori di DSA a Cuba ;
ciò potrebbe essere spiegato dalla maggiore capacità dei genitori cubani di prendersi cura del bambino autistico.
L'indagine evidenzia che il fattore più importante del sostenere e promuovere lo sviluppo di un bambino portatore di DSA è l'esistenza di una rete di comunicazione affettiva intorno a lui.
Gli interventi deleganti di tipo tecnico e l'etichettatura sociale sembrano invece ostacolare un normale processo di integrazione.
E' fondamentale che tutte le figure dei caregiver si assumano la responsabilità di gestire in modo olistico le problematiche presentate dal bambino, aiutate e sostenute, ma non sostituite, dai tecnici.
La complessità dell'autismo, Galati,Gandione,Ed.Universitas Studiorum
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