30 giugno, 2012

Addestramento

Dove sono andate a finire tutte le ricerche psicoanalitiche e psicodinamiche tese ad isolare un certo gruppo di bambini che possono trarre notevoli miglioramenti da un certo trattamento o ,nel caso di bambini più piccoli o più gravi, da un lavoro preliminare che li sostenga e li conduca verso una maggiore apertura al mondo?
Il lavoro sottile,gli sforzi per comprendere e sostenere questi bambini in difficoltà,apparentemente chiusi in se stessi,sembra fuori moda.
La risposta moderna è pratica: si chiama addestramento.
Alcuni bambini si piegano di fronte a colui che si impone ,fanno meccanicamente cioè che l'altro esige finchè è presente. Ma non lo introiettano,non fanno proprio ciò che gli viene chiesto.
Altri invece, " i più duri",non si piegano. Fanno di tutto per farci capire con le loro reazioni aggressive o autoaggressive,spesso senza alcuna preoccupazione per l'incolumità fisica propria e altrui,che piuttosto di piegarsi vanno fino allo stremo.

La cura del bambino autistico,Egge,Casa Editrice Astrolabio
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29 giugno, 2012

Soggettivazione


Negli ultimi anni lo sviluppo di una clinica non più radicata nella ricerca scientifica come scienza esatta,bensì basata sul consenso,ha fatto rientrae gli autistici nel campo dell'handicap e non più in quello delle malattie mentali.

I bambini avrebbero perciò bisogno di un'educazione specifica di tipo comportamentale,che in molti casi si traduce in un addestramento con l'obiettivo di farli evolvere,vale a dire sono diventati oggetti da trattare.

Non sono considerati bambini sofferenti a livello psichico,soggetti cioè a quali rivolgere un aiuto che vada nel senso di una soggettivazione.

Il bambino psicotico o autistico è assimilato al disabile o al portatore di un deficit intellettivo e nella terapia viene sottolineata la mancanza o il difetto da eliminare,il tutto a scapito della soggettività del bambino stesso.



La cura del bambino autistico,Martin Egge, Casa Editrice Astrolabio



E' inevitabile per me il richiamo di Doman,Montessori;di un altro mondo:il mondo delle opportunità,che è ricchezza,che è il contrario di mancanza.

Perchè condivido in pieno che per fare di più c'è bisogno di dare di più!
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23 giugno, 2012

Il tempo con i nostri figli


Per quanto riguarda il nostro attuale dilemma,appare chiaro che l'ambiente in cui cresciamo i nostri figli è cambiato radicalmente,ma non siamo ancora giunti a una conclusione riguardo ai cambiamenti che dobbiamo effettuare di conseguenza. Cento anni fa erano relativamente poche le madri americane che lavoravano fuori casa,perchè nella stragrande maggioranza gli americani erano agricoltori,uomini,donne e bambini,lavorano e vivono,imparano e insegnano nello stesso posto.

Gli economisti spesso ci dicono che il reddito familiare è in diminuzione.

Ma questo trascura il fatto colossale che entrambi i genitori lavorano ,e spesso più duramente e più a lungo,per raggiungere lo stesso reddito che trent'anni fa veniva prodotto da un solo genitore.

I bambini in particolare,hanno subito una dolorosa diminuzione proprio dei beni che sono più importanti per loro:il tempo,l'energia e la compagnia degli adulti.

Qualcuno deve pur compiere il lavoro di accudimento che uomini e donne e la famiglia estesa facevano trent'anni fa.

La morale scientifica è che non ci servono gli esperti per sapere cosa fare con i nostri figli,ma che abbiamo bisogno del tempo,dello spazio e dell'opportunità per fare quel che faremmo comunque,ed è proprio questo quello che stiamo perdendo.



Tuo figlio è un genio,Bandini & Castoldi





Come non condividere tutto ciò?

Personalmente lasciai il lavoro e rimasi a casa per seguire mio figlio il più possibile,e penso che anche questo abbia fatto la differenza "nei tempi",è assolutamente vero che ciò che conta è la qualità e non la quantità,ma avere l'opportunità della qualità e del tempo,è ancora meglio,credo sia correlato a un risultato.

Quello a cui mi riferisco comunque è un vero e proprio lavoro,che mi ha insegnato a cogliere meglio il mio tempo,le mie giornate,che quando sono propositive,iniziano sempre all'alba con il lavoro più importante,che non è mai finito,ma solo iniziato,qualche anno fa;quello di leggere,studiare,conoscere più cose possibili per dare senso alle proprie domande,trovare stimoli,motivazioni,condividere esperienze,speranze....e poi concentrarsi sulle attività da fare con tuo figlio durante il giorno,quando si alzerà.

Farsi trovare pronta per lui,per la sua giornata; questo "tempo" di preparazione da sola,quanto tutto tace ed è silenzio,per me è stato fondamentale per poter poi dare a lui tutta me stessa nei momenti insieme.

A questa "ricchezza" non ho più saputo rinunciare, a questo nutrimento per l'anima, ed è sempre un grazie quello che ne deriva.
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Wordsworth, Ode della prima infanzia


Tu, il cui aspetto cela

l'immensità della Tua Anima;

Tu, migliore dei Filosofi, che pure preservi

la tua natura, Tu Veggente fra i ciechi,

che ,muto e silenzioso,contempli l'eterna profondità

per sempre nell'aura della mente eterna.

Mago! Profeta!

Su cui riposano quelle verità

che cerchiamo tutta la vita...

Tu piccolo Bambino , radioso nella potenza

della libertà data al tuo essere dal cielo...



Wordsworth

"Ode:presagi di immortalità da reminescenze della prima infanzia"


Tuo figlio è un genio,Baldini & Castoldi
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12 giugno, 2012

CABLARE IL CERVELLO



Un cervello può fisicamente espandersi,contrarsi e cambiare a seconda dell'esperienza.


Un cervello adulto ha circa 100 miliardi di cellule nervose,o neuroni,più o meno lo stesso numero di Stelle della Via Lattea.

Nel cervello di un neonato sono già presenti quasi tutti i neuroni,il cui numero rimane pressochè invariato dalla nascita fino ai sessantacinque anni.

Ma il cervello di un neonato pesa circa un quarto di quello adulto. Cosa cresce,cosa cambia?


I neuroni crescono e questo spiega in parte la differenza ,ma a cambiare è soprattutto il cablaggio,l'intricata rete di connessione tra cellule.

Sono queste connessioni che permettono a una cellula individuale di dare risposte particolari ad altre cellule;per esempio,di rispondere soltanto quando le cellule della retina le inviano l'immagine di un volto.

Il cablaggio dipende "dall'attività":le cellule cerebrali si connettono mandando segnali elettrici.

Quando un'altra cellula risponde,e con sufficiente frequenza,viene creato un collegamento più permanente.

Mentre matura,una cellula emette ramificazioni multiple che cercano di mettersi in contatto con altre cellule.

Alcune ramificazioni (chiamate assoni) mandano informazioni dall'interno della cellula e altre (chiamate dentriti) inviano informazioni dentro la cellula.

L'obiettivo è quello di connettere un assone di una cellula con un dentrite di un'altra.

Questa connessione è chiamata sinapsi.

Quando un assone raggiunge un dentrite ,stabilisce un tipo particolare di comunicazione: la neurotrasmissione.

Quando due neuroni formano una sinapsi,le sostanze chimiche possono fluire fra essi e la connessione è completa: nasce lo scambio.


Si è scoperto che i cervelli dei bambini sono molto più indaffarati dei nostri.

Intorno ai 2 anni il consumo energetico del cervello raggiunge quello di un adulto.

A 3 anni il cervello di un bambino compie un'attività doppia rispetto a quella di un adulto.

Tale attività continua così esuberante finchè il bambino arriva a 9-10 anni.

A quel punto comincia a declinare,e intorno ai 18 anni raggiunge i livelli di un cervello adulto.

I bambini in età prescolare hanno cervelli letteralmente più attivi,più connessi e molto più flessibili dei nostri.

Tuo figlio è un genio,Baldini & Castoldi
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02 giugno, 2012

Sviluppo Cognitivo

La conoscenza può essere paragonata a una nave che costruiamo mentre navighiamo.
Per tenere a galla la sua nave durante trent'anni di vagabondaggio, Ulisse,dovette costantemente ripararla e ricostruirla. Ogni nuova tempesta o bonaccia comportava un'alterazione al progetto originario.
Alla fine del viaggio non rimaneva quasi più nulla della nave originaria.

Questa metafora è propria per la concezione dello sviluppo cognitivo.

Noi genitori e i figli che amiamo,navighiamo insieme sulla barca di Ulisse.
Anche se il viaggio è spesso periglioso,frustrante e difficile, e  non di rado ci mette a dura prova,non potremmo avere una compagnia migliore.




I genitori non sono i programmatori dei bambini,non è vero che sono loro a determinare quello che fanno,sono solo progettati in modo da fornire il giusto tipo di informazione al momento giusto per aiutare i bambini a riprogrammarsi.

Tuo figlio è un genio,Ed.Baldini Castoldi
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