06 dicembre, 2016
21 novembre, 2016
Letture
"La prima ad accorgersene fu la maestra Lucia. Silvio non amava le stesse cose che amavano i suoi compagni. Silvio amava la luce".
"Avevano capito :Silvio non comprendeva le parole ma comprendeva le immagini".
"Quando Linda mi raccontò soddisfatta la buona riuscita dell'operazione , mi vennero in mente situazioni in cui comportamenti non altrettanto virtuosi e una mancanza di coordinamento avevano determinato disorientamento nel bambino, allungando i tempi del suo sereno inserimento a scuola. Senza l'acqua e un terreno concimato, nessun seme può diventare una pianta. O, almeno, una pianta capace di esprimere le proprie potenzialità".
Related Posts
18 novembre, 2016
Il cervello
Lo studio del cervello intero, osservato nella sua complessità.
Il Professor G.Moruzzi dell'Università di Pisa, si occupava dei processi della visione e voleva capire se il riconoscimento dell'immagine di un oggetto che si imprime sulla retina e termina nella parte occipitale del cervello avvenisse meccanicamente o vi influisse anche l'apprendimento, legato,pertanto,all'esperienza di ciascuno. A seguito di esperimenti , il Prof. Moruzzi si rese conto che la visione costruiva il cervello in maniera diversa a seconda della percezione, evidenziando in maniera incontestabile che la struttura del cervello si modificava: non era simile a un cristallo.
Questa acquisizione fornì la base scientifica all'asserzione che il nostro cervello dipende sì dai geni, ma anche dalle esperienze.
All'interno di questo filone di ricerca si distingue un altro grande nome, quello di E. Kandel, biologo.
Egli riuscì a dimostrare che ciò che si definiva apprendimento era leggibile nel cervello come una serie di operazioni chimiche. E per questo ottenne il Premio Nobel.
Era, quindi, chiaro che l'ambiente e le esperienze modificavano il cervello.
Nello stesso ambito c'erano state altre ricerche stupende: quelle di K. Lorenz tra le varie, zoologo.
Trasportato il suo significato nell'uomo, si implica che in parte il nostro cervello è fissato deterministicamente , ma in parte è plastico, rimane capace di modificarsi a seconda degli stimoli e delle esperienze. Si chiarì che nel nostro cervello sono presenti specifiche zone che rimangono reattive all'esperienza per tutta la vita e la loro effettiva modificazione dipende esclusivamente della esperienza del singolo.
Tratto da " I miei matti, ricordi e storie di un medico della mente", Vittorino Andreoli, Rizzoli.
Il Professor G.Moruzzi dell'Università di Pisa, si occupava dei processi della visione e voleva capire se il riconoscimento dell'immagine di un oggetto che si imprime sulla retina e termina nella parte occipitale del cervello avvenisse meccanicamente o vi influisse anche l'apprendimento, legato,pertanto,all'esperienza di ciascuno. A seguito di esperimenti , il Prof. Moruzzi si rese conto che la visione costruiva il cervello in maniera diversa a seconda della percezione, evidenziando in maniera incontestabile che la struttura del cervello si modificava: non era simile a un cristallo.
Questa acquisizione fornì la base scientifica all'asserzione che il nostro cervello dipende sì dai geni, ma anche dalle esperienze.
All'interno di questo filone di ricerca si distingue un altro grande nome, quello di E. Kandel, biologo.
Egli riuscì a dimostrare che ciò che si definiva apprendimento era leggibile nel cervello come una serie di operazioni chimiche. E per questo ottenne il Premio Nobel.
Era, quindi, chiaro che l'ambiente e le esperienze modificavano il cervello.
Nello stesso ambito c'erano state altre ricerche stupende: quelle di K. Lorenz tra le varie, zoologo.
Trasportato il suo significato nell'uomo, si implica che in parte il nostro cervello è fissato deterministicamente , ma in parte è plastico, rimane capace di modificarsi a seconda degli stimoli e delle esperienze. Si chiarì che nel nostro cervello sono presenti specifiche zone che rimangono reattive all'esperienza per tutta la vita e la loro effettiva modificazione dipende esclusivamente della esperienza del singolo.
Tratto da " I miei matti, ricordi e storie di un medico della mente", Vittorino Andreoli, Rizzoli.
Related Posts
03 novembre, 2016
Nuove schede italiano-inglese Lo Spazio esterno
Related Posts
08 settembre, 2016
Concentrazione ed attenzione
Concentrazione ed attenzione
Solo di questo dovremmo preoccuparci.
Di catturare la loro attenzione.
Ma non la semplice attenzione che nasce dallo sguardo, no,
dobbiamo fare in modo di coinvolgere almeno i due canali, il canale visivo e
quello uditivo, catalizzare la sua attenzione verso il centro, cioè il nostro
obiettivo prefissato: il linguaggio.
Il centro dell’obiettivo è l’IMMAGINE, non la parola scritta.
La COMUNICAZIONE nasce dall’immagine, fin dai tempi più
antichi, ed il linguaggio scritto è la codificazione per tradurre le immagini
della mente.
La nostra mente vede per immagini.
La parola , invece, è astratta.
La mente di chi ha necessità di stimoli al linguaggio è ancora
più visiva della nostra.
La loro mente vede ancora di più per immagini.
Dalle immagini offerte , viste e riviste, memorizzate
attraverso il lavoro quotidiano , catalogate negli archivi della mente, deriva
la parola.
Se dobbiamo lavorare alla stimolazione del linguaggio,
dobbiamo partire dall’immagine.
Ma per stimolare, che è lavorare ad un divenire, ad un
cambiamento, non basta la semplice attenzione, non possiamo accontentarci di un
normale interesse, dobbiamo letteralmente “catalizzare” lo sguardo del bambino
e l’udito del bambino, e la sua figura stessa deve essere ferma, assorta e
protesa unicamente verso la fonte, che è lo stimolo.
Solo così è lavoro, solo così diviene stimolo che produce, perché
i suoi sensi sono totalmente impegnati in quello che sta facendo, e non vi è
spazio alcuno di dispersione, tutte le sue POTENZIALITA’ sono protese allo
stimolo ed il bambino riceve quindi attraverso l’apertura dei canali dei sensi
lo stimolo ed inevitabilmente lo interiorizza.
Associare l’impiego dei due emisferi cerebrali ,attraverso l’impiego
della vista e dell’udito, comporta la concentrazione mirata di tutte le energie
e , pertanto, esclude la necessità di dare sfogo a comportamenti spesso
presenti in chi ha deficit dell’attenzione (vedi stereotipie) dovuti appunto ad
una ricerca di compensazione di energie latenti, che non trovano canali di
espressione, se non quelli del movimento.
Il linguaggio , che ricordiamoci, è un canale del movimento,
sostituirà fino ad assorbirle queste manifestazioni corporali, di tipo
esplosivo e senza scopo, mosse certamente da una necessità anche di ricerca d’impiego
del sé, non solo istintiva,fisica.
Il linguaggio farà il resto e formerà l’uomo che è nel
bambino.
E’ di aiuto in questo concetto fondamentale della
stimolazione, che è alla base di ogni lavoro che facciamo con / per il bambino,
l’esempio di chi per prender sonno “conta le pecore”.
Cosa succede nella mente di chi “conta le pecore?”
Innanzitutto , nella mia mente devo essermi posizionata all’immagine
delle pecore e successivamente inizio ad associarle al contare, così facendo,
succede che la mia mente è totalmente impegnata, sia l’emisfero destro del
cervello che il sinistro, ed in questo fare le mie energie sono interamente
indirizzate a questo obiettivo , che consegue in un interagire di informazioni
in entrata ed uscita, uno scambio che funziona. Diversamente, sarebbe come se
volessimo far entrare aria senza aprire le finestre.
Ci dobbiamo preoccupare di questo, solamente di questo, di
come ed in che misura offriamo a chi ne necessita gli stimoli, il resto
avviene, forse non come vorremmo noi , ma da qualche parte all’interno della
mente del bambino ha luogo, e quando una cosa avviene , poi, non ce ne
ricordiamo più, la lasciamo andare, perché ha vita propria, come le stelle, che
ci indirizzano al centro della vita e delle cose, ma che senza quel nucleo da
cui sono generate non sarebbero luce, non sarebbero guida.
Antonella
Related Posts
13 agosto, 2016
Parole
Ho visto parole impigliate nei gradini dell'anima .
Una farfalla e' scesa e le ha portate in superficie a nuova luce .
Non vi era nulla che io non avessi già sentito prima , soltanto , ora , potevano udirle anche gli altri .
Così parlo' il cuore.
Queste mie parole sono dedicate a tutte le parole attese ,che quando usciranno faranno la rivoluzione.
La parola al bambino .
Una farfalla e' scesa e le ha portate in superficie a nuova luce .
Non vi era nulla che io non avessi già sentito prima , soltanto , ora , potevano udirle anche gli altri .
Così parlo' il cuore.
Queste mie parole sono dedicate a tutte le parole attese ,che quando usciranno faranno la rivoluzione.
La parola al bambino .
Related Posts
31 luglio, 2016
Comunicare
Serve tutto per comunicare , ma soprattutto serve la nostra disponibilità d'animo a metterci contemporaneamente a disposizione e ad imparare dall'altro ,o non abbiamo niente da dirci . L'autorità senza l'umiltà non vale nulla .
Rafforza il potere ma non produce , personalmente , quindi la trovo inutile , sterile . Comunicare e' una forma d'investimento , tutte le risorse vanno spese all'inizio , confidando fino alla fine .
Rafforza il potere ma non produce , personalmente , quindi la trovo inutile , sterile . Comunicare e' una forma d'investimento , tutte le risorse vanno spese all'inizio , confidando fino alla fine .
Related Posts
28 giugno, 2016
Nuove schede italiano-inglese: il garage
Related Posts
06 giugno, 2016
Il coraggio di cambiare le cose
Se le cose devono cambiare , dobbiamo cambiare le cose!
Non possiamo pretendere un cambiamento e rimanere fermi nella nostra conoscenza e plastificati nelle azioni. Ogni comportamento, anche perfetto, che non incontri la risposta positiva dell'altro diventa sterile. E' un fallimento.
Non si misura nella perfezione impenetrabile la riuscita, ma nell'equilibrio, che fa sì che tutti arrivino alla meta il giusto per continuare.
Perchè non c'è mai una fine.
Non possiamo pretendere un cambiamento e rimanere fermi nella nostra conoscenza e plastificati nelle azioni. Ogni comportamento, anche perfetto, che non incontri la risposta positiva dell'altro diventa sterile. E' un fallimento.
Non si misura nella perfezione impenetrabile la riuscita, ma nell'equilibrio, che fa sì che tutti arrivino alla meta il giusto per continuare.
Perchè non c'è mai una fine.
Related Posts
25 febbraio, 2016
Schede Italiano Inglese
Related Posts
04 febbraio, 2016
Dall'infanzia all'adolescenza , Maria Montessori
"La lunga infanzia educativa"
Maria Montessori, rifiutò per il suo sistema educativo , la denominazione di "metodo" , ritenendolo fisso e rigido, non coerente alla sua strada prescelta dell'osservazione, quel "tuffare gli occhi negli occhi", come piace dire a me , e scegliere insieme , giorno per giorno;poggiarsi sulla conoscenza,ma avere nuove ali, e non rinunciare mai al proprio volo.
Maria Montessori, rifiutò per il suo sistema educativo , la denominazione di "metodo" , ritenendolo fisso e rigido, non coerente alla sua strada prescelta dell'osservazione, quel "tuffare gli occhi negli occhi", come piace dire a me , e scegliere insieme , giorno per giorno;poggiarsi sulla conoscenza,ma avere nuove ali, e non rinunciare mai al proprio volo.
Related Posts
10 gennaio, 2016
La parola
Che non si dica mai a qualcuno che non parlerà ,
Che non si osino mai mettere coperchi sull'anima ,
Che le parole non abbiamo mai ad aver timore ,
Che l'uomo abbia , invece , timore della parole che sono
radicate nel bambino ,
E come ogni seme , hanno bisogno di essere coltivate
ed attese .
Perché le parole più belle sono quelle attese .
Sono i germogli delle stagioni nuove .
Che non si osino mai mettere coperchi sull'anima ,
Che le parole non abbiamo mai ad aver timore ,
Che l'uomo abbia , invece , timore della parole che sono
radicate nel bambino ,
E come ogni seme , hanno bisogno di essere coltivate
ed attese .
Perché le parole più belle sono quelle attese .
Sono i germogli delle stagioni nuove .