23 febbraio, 2017
02 febbraio, 2017
L'uomo inventato
L’uomo inventato
Alla dimensione biologica, alla carne, si è sempre data un’enorme
importanza, il nostro carattere ma anche la nostra genialità o follia, tutto
dipende da qualche zona del cervello tanto da potere indicare esattamente l’area
responsabile di ogni manifestazione umana. Ebbene è ora di affermare con decisione
che la biologia è semplicemente la creta con cui un uomo viene impastato, ma il
come, e quindi quale uomo egli sarà, dipende dalla forma che prenderà in ogni
momento, che mai sarà fissata definitivamente. La creta non entra mai in un
forno di cottura negandole ogni possibilità di modificarla. La si può sempre
manipolare. La biologia è la materia informe che si plasma e che si può
continuamente riplasmare. “Ecco l’uomo inventato.” Ci si può inventare,
riprogettare, ricostruire. Se prendiamo un neonato e lo togliamo dalle cure
materne, che non si limitano alla nutrizione ma comprendono espressioni di
dedizione, di vero amore, e lo portiamo in un ambiente privo di stimoli e di
legami affettivi importanti, quel bambino crescerà nel corpo, ma senza sviluppo
mentale. Sarà fortemente impoverito nelle capacità di conoscenza e nell’affettività.
Se invece lo poniamo in un ambiente arricchito di stimoli e di affetti, quella
stessa biologia, al traguardo dei tre anni, darà un individuo completamente
diverso. E immaginando di inserirlo in ambienti differenti, troveremo in lui
espressioni persino opposte. Un segnale della enorme malleabilità della
biologia e della creta a cui l’abbiamo metaforicamente paragonata. In altre
parole, si formano dei circuiti che possono essere cancellati e sostituiti
dalla stessa materia e nello stesso luogo in cui spazialmente era prima
organizzata una struttura diversa. Il fatto che la biologia riporti a una
modificabilità è un principio nuovo e straordinario. Significa che ogni
comportamento può cambiare, e cambiare nel rapporto con il mondo. “Quali sono le mani che plasmano la creta?”
Le relazioni con il mondo, ed ecco ritornare l’uomo inventato. Non esiste un uomo determinato, ma l’uomo
va inventato per far esistere l’uomo che non c’è. Inizialmente dipende in
gran parte dal mondo esterno, in un processo inconsapevole, ma in seguito l’uomo
può prendere in mano la propria creta, il proprio cervello, e comporre un progetto tutto personale, che
però si realizza attraverso l’altro.
Ogni uomo può reinventare o reinventarsi. Un principio straordinario che cambia
totalmente il senso della psichiatria e della follia. Da fatale diventa
curabile e non solo da un medico, ma attraverso le relazioni in quel essere
mondo. Esiste un altro dato a sostegno
dell’idea dell’uomo plasmabile e plasmabile sempre: le cellule staminali. Si
tratta di cellule embrionali che possono specializzarsi in ogni direzione .Le
staminali sono totipotenti e si specializzano a seconda della sede in cui sono
poste: nel fegato o nel cervello e magari esattamente nella sede di una lesione
dove ricostituiranno proprio le cellule mancanti perché distrutte. Dentro di
noi ci sono cellule embrionali che hanno la capacità di crescere in modi
diversi, basta relazionarle con il mondo dei rispettivi organi. Potenzialità. Che
l’organismo abbia la possibilità di autogenerare parti andate in avaria o
consumate, mostra proprio la capacità di ricrearsi, di reinventarsi. E’
stupendo.
Dialogo tra uno pichiatra e il suo paziente, Vittorino Andreoli
Si può lavorare al bambino, non all'autismo. L'autismo c'è , è una presenza, ma è soltanto stimolando l'uomo che è nel bambino, che remiamo contro l'autismo, abbattiamo barriere e sconfiniamo nel bambino, senza passi indietro, solo in avanti, crescendo insieme. La figura dell'altro (genitoriale) è l'essenziale nei primi anni di vita del bambino , l'altro deve sostituirsi al bambino con le sue mancanze e dare spazio a quello che manca,portarlo alla luce, nelle azioni quotidiane attraverso gli stimoli e il gioco, tu devi essere l'altro, finchè questo comportamento non inizierà ad invertirsi e a rendere ad ognuno il proprio spazio.
Antonella